Ciao ragazzi!
Vi siete mai chiesti perché nel mondo della fotografia si usano obiettivi con l’F-stop mentre nel mondo del cinema con T-stop? O più in generale, vi siete mai chiesti quale sia la definizione di F-stop e quale differenza ci sia nel mondo reale con la quantità di luce che entra veramente nell’obiettivo?
In questo articolo e nel video che vi propongo sotto troverete tutte le risposte!
L’f-stop è un valore che rappresenta il quantitativo massimo di luce che l’obiettivo è in grado di far passare.
Pertanto è un valore teorico e non effettivo.
F sta per focale e il fatto che sia indicato come frazione non è un caso. Infatti se abbiamo un obiettivo f/2 significa che il diametro massimo del diaframma è pari alla lunghezza focale fratto 2.
Un 100mm f/4 avrà un diametro del diaframma pari a 100/4 = 25mm, mentre un 200mm f/4 avrà un diametro pari a 50mm.
Il problema del valore di f-stop di un obiettivo è che poi in realtà la luce che arriva al sensore non è mai tutta quella che entra, ma un valore inferiore dovuto alle riflessioni e rifrazioni all’interno dell’obiettivo stesso. Per questo è nato il concetto di T-stop, dove T sta per Trasmissione.
Il T-stop di un obiettivo rappresenta infatti il valore di luce effettiva che arriva al sensore e quindi non è un valore teorico, ma un valore misurato che varia di obiettivo in obiettivo.
Potrebbero esistere due obiettivi, entrambi f1.4, ma uno potrebbe avere T1.5 (e quindi essere molto vicino al valore teorico dell’f-stop) e l’altro potrebbe avere T1.8, quindi perdere molta più luce in ingresso.
Qui mi vedo già la domanda sorgere tra voi: “ma se ho comprato un obiettivo f1.4 deve essere 1.4! Non voglio un f1.8 se no potevo spendere molto meno!”. Ma tranquilli, voi avete comunque comprato un obiettivo f1.4, semplicemente il valore di trasmissione è (per leggi della fisica) per forza inferiore. Di quanto? Dipende dal singolo obiettivo.
Mi vedo già altre mani alzate “ma quindi poniamo che ho un obiettivo f1.4 ma con t2, la profondità di campo e lo sfuocato?”. Questi due aspetti dipendono dall’f-stop e non dal t-stop, quindi potete stare tranquilli, avrete lo sfuocato da obiettivo f1.4, non da f2. Cosa cambierà tra l’avere un t1.5 e un t2 sarà la luce in ingresso e quindi il tempo di scatto o ISO che dovrete adottare.
Ora, a cosa serve il t-stop se tanto non lo scrivono sugli obiettivi?
Non so se avete mai preso in mano un obiettivo cinematografico.. beh, questi obiettivi di solito riportano il valore di T-stop e non l’f-stop. Questo perché nel cinema è molto importante sapere esattamente quanta luce entra per poter usare magari due obiettivi diversi ma con la medesima esposizione in contemporanea, oppure poter effettuare riprese in giorni diversi ottenendo la stessa esposizione!
Un tempo nel cinema era molto più difficile compensare eventuali differenze in postproduzione, mentre in fotografia è sempre stato più facile. Come sapete se ho esposizioni leggermente diverse in Lightroom basta muovere uno slider per sistemarle. Oggi questo è anche vero per il cinema, però dato che si lavora con budget enormi e quindi ogni minuto risparmiato è prezioso (nonchè costoso), si usano ancora lenti con T-stop e non f-stop. E questa sicurezza sul valore di t-stop la pagate cara (andate a vedere i prezzi degli obiettivi cinema e ne riparliamo).
Ma facciamo due esempi.. e per questi mi avvalgo del sito DXOMARK che è un sito su cui vengono pubblicati i risultati delle misurazioni di T-stop di molti obiettivi.
- Il Canon EF 85mm f/1,2 II in realtà è un T/1,5 (non c’è ancora la misura dell’RF ma non mi aspetto grosse differenze). Capiamo quindi perché l’obiettivo Canon Cinema T1.3 (che a prima vista potrebbe sembrare peggiore, 1.3 vs 1.2) costa decisamente di più
- Tipicamente la differenza tra f/stop e t/stop è piccola e dell’ordine di 1/3 di stop. Però ci sono obiettivi particolari che presentano differenze molto più grandi!
- Ad esempio il Canon RF 85mm f/1,2 DS (Defocus Smoothing) in realtà è un T2.5 (non lo trovate su DXOMARK ma altri hanno fatto misure.. DXO non è l’unico a farle). Ciò significa che se lo mettiamo di fianco all’85 f1.2 normale avremo profondità di campo uguale, ma a parità di ISO la versione normale offrirà tempi di scatto decisamente più rapidi (circa 1 stop e mezzo). Questo è dovuto al Defocus Smoothing, ovvero ci sono lenti all’interno che danno quello sfuocato molto particolare (più soft), che però fanno perdere molta luce in ingresso. Quindi ok sfuocato diverso, ma luce in meno, quindi se vi serve una lente “veloce”, la versione DS non fa per voi.
- Analogamente il Sony FE 100mm f/2,8 STF GM OSS (apodized) è un obiettivo che di nuovo dà uno sfuocato particolare. Ma qui lo sfuocato particolare lo pagate ancora più caro, infatti è addirittura T5.6!! Perdete ben due stop di luce per quello sfuocato. È vero che oggi non è più un problema alzare gli ISO, ma è comunque meglio saperlo.
Vi lascio infine al video dove vi spiego tutto ciò a voce 😉
A presto!
Stefano
Articolo come sempre molto interessante e stimolante sono andato subito a verificare le mie ottiche nel sito Dxomarc il mi 24-105 e della serie base ho notato che ha un T4,3 ma ho notato che la versione II ha un valore T4,4 come è possibile ?
Ancora buon pomeriggio seguendo il tuo consiglio sto controllando le mie ottiche, tempo fa per la mia EOS 5D avevo comprato un 85 mm 1,2 serie L II usato dal mio rivenditore di fiducia, sigla che non trovo ne nel sito da te consigliato ne nella Home page della canon puoi darmi chiarimenti grazie